L'elettrico inquina meno e genera più posti di lavoroLa ricerca di Rome Business School, “L’evoluzione del settore automotive in Italia"




Il concetto e l'atto pratico di mobilità sostenibile nel lungo termine ha fatto si che le autovetture attorno a noi siano sempre meno inquinanti o elettriche. Questo fattore ha inciso anche sul mondo del lavoro. Gli italiani hanno iniziato ad apprezzare i vantaggi economici negli anni delle autovetture elettriche, e i benefici per l’ambiente e la salute. La svolta arriverà però una volta potenziate le soluzioni di mobilità pubblica sostenibile, gli investimenti nell’innovazione tecnologica che consentano il riciclo di componenti, e se ci sarà una rapida riconversione delle PMI che porterà con sé una radicale riqualificazione non solo dei pezzi prodotti ma anche della mano d’opera.
Questo emerge dall’ultima ricerca di Rome Business School, “L’evoluzione del settore automotive in Italia. L’impatto della mobilità sostenibile su economia e lavoro” a cura di Fabrizio Zucca, esperto di automotive e sostenibilità, e Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca di Rome Business School. “L’eliminazione degli inquinanti passa necessariamente per la decarbonizzazione dei trasporti ed evidenzia la necessità di adottare nuovi e più radicali approcci volti alla diminuzione dell’utilizzo di mezzi di trasporto individuali, oltre ad un parco macchine costituito in prevalenza da nuovi vettori energetici e veicoli non inquinanti”, ha affermato Zucca.

In Italia continuano ad aumentare le vendite di auto elettrificate (ibride ed elettriche), nel 2021 +199% rispetto all’anno precedente, il 38,4% del totale immatricolate. Anche in EU crescono le immatricolazioni di auto, a marzo erano sempre di più le elettriche (+43,2%) e le ibride (+35,8%) rispetto allo stesso periodo del 2022, buona notizia soprattutto per Stati Uniti, UE e Cina, rappresentanti del 60% della produzione mondiale di autovetture e principali mercati. Questi numeri pongono due principali sfide-opportunità: il riciclo e la riconversione delle PMI.
È fondamentale sostenere la riconversione delle PMI verso nuove tecnologie e favorire l'adozione di nuovi modelli di business per garantire la competitività dell'intero settore automobilistico italiano”, ha affermato Fabrizio Zucca. “Sono a rischio tanti posti di lavoro, ma le PMI hanno la capacità e le conoscenze per adattarsi e così mitigare l’impatto del passaggio alla mobilità elettrica”, ha continuato. Inoltre, la creazione di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici, che si stima sia di 3,2 milioni di punti di ricarica domestici e 110.000 punti di ricarica pubblici in Italia, genererà oltre 4 mila posti di lavoro entro il 2030.

Il settore automotive impiega oggi quasi 13 milioni di persone in Europa (7% dell'occupazione totale). Si stima che in Italia, il settore dell’automotive genererà oltre 90 miliardi di euro, corrispondente al 9,3% del settore manifatturiero e al 5,2% del PIL italiano (Ainfa, 2022). Oltre 5.000 imprese risiedono maggiormente in Piemonte (37%) e Lombardia (32%) e nei primi undici mesi del 2022 hanno prodotto +5,4% più autovetture a livello domestico rispetto l’anno precedente.

In poche parole, la transizione verso l’elettrificato e la continua evoluzione tecnologica in guida autonoma e connettività, richiederanno sempre più figure specializzate come ingegneri di software ed elettrici e la creazione a livello europeo di 580.000 posti nei settori delle batterie e delle infrastrutture di ricarica, ma anche la perdita di 630.000 posti di lavoro nei settori legati alle auto tradizionali in UE. La transizione avverrà in due fasi, con una fase di consolidamento prevista tra il 2025 e il 2028. Nello specifico caso dell’Italia, uno studio realizzato da Motus-E e dal Cami, Center for Automotive and Mobility Innovation, stima i numeri di occupati in crescita: ci saranno 296.800 occupati totali nel settore automobilistico nel 2030, un aumento del +6% rispetto i 280.000 del 2022.