Auto aziendali e Legge di Bilancio: la riforma fiscale che spaventa il settoreNiente più sconto del 30% sul valore dei veicoli in fringe benefit




Gli effetti della proposta sulla fiscalità delle auto aziendali, inserita nella bozza di testo della Legge di Bilancio in via di formazione da parte del Governo, si annunciano devastanti e vedrebbero in parallelo il nostro Paese arretrare ancor di più la propria posizione nel confronto con i competitor europei.

La misura a cui alludiano riguarda i veicoli assegnati in fringe benefit, il cui valore sarebbe valutato in pieno (100 per cento) ai fini fiscali, non più scontato del 30 per cento, con la sola eccezione di quelli destinati alle seguenti categorie: agenti e rappresentanti di commercio. Il tipo di alimentazione non conterebbe. Anche gli elettrici e gli ibridi sarebbero infatti destinati a finire sotto la tagliola di richieste economiche, per i dipendenti, notevolmente aumentate. 

Leggi che aveva detto l'ex Vicepremier Matteo Salvini all'Automotive Dealer Day

La prospettiva di una possibile applicazione della proposta ha subito visto levarsi alta la voce di ANIASA, l'Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio e Servizi Automobilistici, che ha parlato di morte annunciata per l'industria delle quattro ruote. Senza contare la già citata penalizzazione in busta paga dei lavoratori - si parla di circa due milioni - a cui una vettura è concessa dall'azienda per utilizzo promiscuo. 

"Il Governo che, a parole con il Tavolo sull’Auto, dichiara di voler supportare la filiera delle quattro ruote, ne sta determinando il collasso - tuonano dall'associazione confindustriale -. Siamo scioccati da questo atteggiamento schizofrenico, che conferma i timori di un’attitudine antindustriale che sembra animare le scelte" suggerite dalla squadra del Premier Giuseppe Conte.

Se la misura fosse confermata nel testo definitivo della Legge di Bilancio, la tassazione sull'auto aziendale vedrebbe una crescita di oltre il 300 per cento.

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Per ANIASA la manovra fiscale in questione è "assurda anche da un punto di vista concettuale", dal momento che va a colpire quanti utilizzano una vettura per fini professionali. "Produci fatturato per l'azienda? Sostieni la produzione e il benessere aziendale? TASSATO! - riprendono da ANIASA -. Il Governo riesce a scontentare tutti: lavoratori, imprese, settori dell'automotive del noleggio. Una norma", come detto, "in totale antitesi con le indicazioni emerse dal Tavolo sull’auto presieduto dal Ministro Patuanelli e con l’impegno annunciato dal Governo di forte sostegno all’automotive".

I soldi in più in busta paga legati al taglio del cuneo fiscale potrebbero per di più indurre pesanti ripercussioni sul piano delle politiche retributive da parte di centinaia di migliaia di aziende, vedendo al contempo un calo delle entrate per gettito fiscale generate dal comparto.

I costi di mobilità delle imprese del nostro Paese, che già patiscono un netto disequilibrio rispetto ai regimi fiscali a cui sono soggetti i concorrenti che operano in altri paesi dell'area del Vecchio Continente, subirebbero un ulteriore aggravio.

L'unica via uscita, in caso di mancato passo indietro da parte del Governo, consisterebbe a quel punto, per ANIASA, nel ricorso alla Commissione Europea, a cui presentare richiesta per l’immediata applicazione della Sentenza di Strasburgo relativa all'equiparazione dei regimi IVA.

Fortissima preoccupazione per la stretta sulle auto aziendali ventilata è stata espressa anche dal Presidente dell'Osservatorio Top Thousand, Gianfranco Martorelli, che ha parlato di "una misura che rischia di penalizzare fortemente un settore come quello dell’automotive, che invece avrebbe bisogno di un valido sostegno". 

La dichiarazione prosegue poi sul medesimo tono: "Tale  norma non tiene conto delle violente ripercussioni per le aziende italiane, dato che la vettura aziendale è oggi il principale strumento di incentivazione manageriale. Inoltre, la vettura aziendale ad uso promiscuo per molte figure professionali,viene utilizzata principalmente per l’attività lavorativa e solo in parte per il privato, non giustificando così una tassazione al 100% del fringe benefit".

La situazione economica attuale, per Martorelli, vedrà le aziende nell'impossibilità di farsi carico di ulteriori costi tesi a contenere l'inevitabile impatto economico sui dipendenti. "Si rischia un effetto domino - ha aggiunto il Presidente dell'Osservatorio Top Thousand - causato dall’eccessiva tassazione, che determinerà la restituzione della vettura aziendale, con una richiesta di compensazione economica che potrà avere conseguenze anche per l’economia nazionale. Già oggi abbiamo raccolto decine di richieste da parte dei dipendenti nel caso in cui la norma andasse in porto".