Mercato auto, a luglio cresce del +5,9 %

Il mercato dell'auto in Europa a luglio è cresciuto del 5,9% e 1.085.356 immatricolazioni, rispetto alle 1.024.806 di luglio 2024.
Nel mese andamenti differenziati caratterizzano i 5 Major Markets: la Spagna segna a luglio un +17,1%, la Germania cresce dell'11,1%, il Regno Unito cede il 5,0%, l'Italia perde il 5,1%, la Francia fa peggio di tutti con un -7,7%. Nel cumulato la Spagna a +14,3%, Regno Unito a +2,4%, Germania a -2,5%, Italia a -3,7%, e Francia a -7,9%. A luglio l'Italia sale in terza posizione tra i cinque mercati, posizione confermata anche nei primi sette mesi dell'anno.
Nel mese di luglio l'Italia si conferma in ultima posizione per auto ricaricabili (ECV) fra i Major Markets, al 12,3% complessivo. Con un 4,9% per le BEV e 7,4% per le PHEV, resta ampio il divario dalla Germania con ECV al 28,7% (BEV al 18,4% e PHEV 10,3%), dal Regno Unito con ECV al 33,8% (BEV 21,3% e PHEV 12,5%), dalla Francia con ECV al 24,0% (BEV 16,8% e PHEV 7,2%) e dalla Spagna con ECV al 21,3% (BEV 8,8% e PHEV 12,5%). Nel totale del mercato europeo le ECV coprono il 27,5% di share: BEV al 17,2% (+3,6 p.p.) e PHEV al 10,3% (+3,2 p.p.).
L'Italia ha uno scarto di di 13,8 punti percentuali, 3,8 volte inferiore rispetto agli altri paesi europei rispetto alla media nelle auto elettriche. La Commissione Europea ha lanciato lo scorso 7 luglio una consultazione pubblica sugli standard di emissione di CO2 per automobili e veicoli commerciali leggeri nell'ambito della transizione ecologica, con termine di partecipazione fissato al 10 ottobre. L'UNRAE ha confermato la propria adesione.
"L'accordo commerciale UE–USA sui dazi apre uno scenario complesso: se da un lato offre stabilità al commercio internazionale, dall'altro impone all'Italia di vigilare sugli effetti che potrebbero ricadere sulla nostra componentistica, cuore pulsante delle esportazioni verso gli Stati Uniti", ha dichiarato Andrea Cardinali, Direttore Generale dell'UNRAE. "Parallelamente, l'Italia deve colmare il gap che ci separa dall'Europa sulla mobilità elettrica: oggi la quota di BEV è quasi quattro volte inferiore alla media degli altri Paesi, e il ritardo nell'attivazione degli incentivi sta anche congelando il mercato. È fondamentale che le misure diventino subito operative, senza introdurre ulteriori paletti che ridurrebbero la platea dei modelli incentivabili e la capacità di utilizzare efficacemente i fondi disponibili. In questo contesto, diventa ancora più urgente un intervento sulla fiscalità delle auto aziendali in ottica di decarbonizzazione: chiediamo con forza una revisione complessiva, ancorché graduale, sfruttando la Delega Fiscale già prorogata, per aumentare la detraibilità dell'IVA, la deducibilità dei costi e ridurre i tempi di ammortamento. Lo sviluppo capillare dell'infrastruttura di ricarica rappresenta un fattore determinante per l'espansione della mobilità elettrica nel nostro Paese. Gli ultimi dati EAFO aggiornati al 30 giugno 2025 posizionano l'Italia al sedicesimo posto nel ranking europeo con 13,2 punti di ricarica ogni 100 chilometri di rete viaria, significativamente sotto la media continentale di 19,5 punti. Inoltre, per sostenere efficacemente il processo di transizione, risulta fondamentale garantire costi di ricarica più accessibili, su scala europea come raccomanda l'ACEA ma in particolar modo in Italia dove il problema è particolarmente acuto".