Italiani a corrente alternataNuova indagine, questa volta di Areté: italiani disposti a pagare di più per l'auto elettrica




Ennesima ricerca di mercato sul gradimento dell'auto elettrica, ennesimo risultato diverso dai precedenti, a dimostrazione del fatto che su alcuni temi, ad esempio l'elettrico, gli italiani hanno poche idee e ben confuse.

L'indagine in questione, firmata Areté è stata realizzata a loro dire seguendo i parametri C.A.W.I, su un campione di 524 intervistati, 70% uomo 30% donna, e già qui ci chiediamo il perché di questa suddivisione. Il vero problema è che non viene indicato, nella documentazione, se si tratta di responsabili acquisti o meno, oppure se si tratta di persone che hanno nell'immediato intenzione di comprare un'auto. Eppure, nel relativo comunicato si usa spessissimo il termine "acquisto" e il verbo acquistare. I parametri C.A.W.I. in questo caso potrebbero riferirsi genericamente a un campione italiano trasversale, e quindi, a nostro avviso, poco congruo riguardo alle intenzioni di acquisto, di proprietà e di possesso, ma solo un generico gradimento del prodotto. In tal senso Areté potrà darci informazioni più dettagliate.

(descrizione) Senza questa precisazione, ad esempio, la disponibilità a pagare anche il 10 per cento in più (38% degli intervistati, come mostra la tabella desunta, come le altre in questo articolo, dalla comunicazione stampa della ricerca), appare a nostro avviso priva di un riscontro reale.

Le "buone intenzioni" riguardo all'elettrico si diliuiscono presto nella realtà, che non rispecchia mai le dichiarazioni inspirate alla conservazione ambientale. Ecco perché, a nostro avviso, la pur volonterosa ricerca, come tante altre effettuate di recente, deve essere prese con il beneficio dell'inventario. 

 

(descrizione)

Per dovere di cronaca ne riportiamo comunque altri stralci, come quello che si riferisce alla scelta auto di propprietà/mezzi pubblici, che ci sembra molto sbilanciata a danno dei mezzi pubblici (complice l'esperienza Covid che ha riportato i viaggiatori verso scelte con minore condivisione), la percentuale del 75% è comunque "bulgara" anche nei confronti di altri strumenti di mobilità individuale, come la bicicletta o lo scooter. Il monopattino sembra interessare solo l'1% degli intervistati.

Che il campione degli intervistati non fosse focalizzato sulla scelta del veicolo lo dimostra anche la motivazione di scelta sia dell'elettrico pieno che dell'ibrido nelle sue forme. Ma ciò, a onore degli organizzatori del survey, dimostra soltanto quanto  (descrizione)ancora riguardo a queste nuove forme di alimentazione non sia stato chiarito e "vissuto" dagli utenti della strada. Il 68% degli intervistati infatti non ha mai guidato un'auto ibrida, eppure ben il 95% comprerebbe un'auto ibrida per non inquinare, a prescindere quindi del tipo di tragitto abituale che come è noto è determinante per stabilire se l'opzione ibrida sia in tal senso efficace. Paradossalmente la percentuale che acquisterebbe un full elettrico scende all'87% mai provata=77%), probabilmente perché entra in ballo il problema dei tempi di ricarica.

Apprezziamo l'impegno, ma da esperti del settore quali sappiamo essere i manager di Areté ci aspettiamo una ricerca più focalizzata e mirata. Alla prossima.