Futuro della mobilità: Italia arretrata La 'bocciatura' arriva dai risultati dell'Automotive Disruption Radar




La fotografia scattata nel contesto della quarta edizione del report 'Automotive Disruption Radar' di Roland Berger restituisce l'immagine di un'Italia che ha ancora molta strada davanti a sé per non perdere il treno dell'innovazione.

Sui 14 paesi oggetto dell'indagine - 13.000 i consumatori ascoltati -, ci siamo infatti classificati ancora in penultima posizione guardando alle maxi-categorie indicate (cinque in tutto per 26 indicatori industriali complessivi) con riferimento ai settori della guida autonoma e della mobilità condivisa.

(descrizione)

Sotto la lente d'ingrandimento sono finite le infrastrutture, spesso indietro rispetto ai tempi, nonché inadeguate per quantità, come nel caso evidente dell'elettrico che ci è valso la 'maglia nera' nell'Europa intera. Le nostre 0,4 stazioni ogni 100 chilometri si scontrano infatti contro le 4,5 della Germania e le 2,3 della Francia, solo per restare agli stati confinanti.

Non va meglio quando si affronta il tema dell'autonomous driving, pur se è stato approvato il decreto Smart Road. Una possibile soluzione dove risiede, allora?

A rispondere è stato Andrea Marinoni, senior partner di Roland Berger, che ha parlato di "consapevolezza dello scenario a tendere" e di una parallela "volontà di rafforzarsi e ammodernarsi". Serve inoltre che l'Italia si doti di una "vera politica industriale sulla mobilità del futuro, incoraggiando la realizzazione di un ecosistema che esalti le qualità delle nostre imprese e accelerando l'innovazione a partire dagli investimenti", ha aggiunto Marinoni. Pur in un quadro normativo negativo, si rilevano infatti nel nostro Paese "molte eccellenze in ambiti tecnologici promettenti. Il ruolo di smart follower può inoltre consentire di governare una transizione complessa".

Leader indiscusso dell'Automotive Disruption Radar si è confemata la Cina, che ha anzi allungato la distanza dal secondo classificato Singapore. Di là dalle performance sorprendenti legate al mercato dell'elettrico, il colosso asiatico si è distinto per una situazione normativa più duttile, che trova parzialmente eco nel Vecchio Continente solo sul territorio del Regno Unito (si veda al riguardo l'Automated&Electric Vehicles Act del giugno 2018).

Sul fronte della mobilità condivisa, si segnalano alcune situazioni curiose, come quella dell'India dove un quarto degli intervistati ha dichiarato di affidarsi abitualmente al car sharing e/o al ride hailing. La sharing mobility stenta invece a imporsi laddove i sistemi di trasporto pubblico funzionano. La quota dell'Europa occidentale è del 20 percento.