Il car sharing soffre per la pandemia, ma il Comune di Roma non lo sostieneRespinta la richiesta di ANIASA: sospendere il pagamento dei canoni




Il settore del car sharing sta affrontando una fase nerissima a causa dell'emergenza sanitaria Coronavirus, eppure non si fa nulla per garantirne la sopravvivenza e la permanenza entro l'attuale bacino operativo.

Sono dure le parole di ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell'Autonoleggio e Servizi Automobilistici) dopo che il Comune di Roma ha risposto negativamente alla richiesta di sospensione del pagamento dei canoni a carico degli operatori per ogni auto in flotta. Si parla di 1.200 euro l'anno, da moltiplicarsi per le centinaia di unità che compongono il parco circolante dei vari player.

"A parole Governo e amministrazioni locali  proclamano il proprio sostegno alla sharing mobility, nei fatti non fanno nulla per sostenerla e anzi la ostacolano - sottolinea l'Associazione che nell'alveo di Confindustria rappresenta le imprese che erogano servizi di mobilità -. Senza un adeguato supporto a livello nazionale e locale, gli operatori di sharing saranno inevitabilmente costretti a rivedere la propria presenza sul territorio".

Al termine dell'audizione presso la Commissione del Comune capitolino, ANIASA ha dovuto quindi incassare un 'no' da parte dell'Assessorato alla Mobilità, che non ha tenuto in alcun conto il fatto che le società operative in città hanno continuato a offrire per intero il proprio servizio, accollandosi i costi legati al rispetto dei protocolli di sicurezza per il contenimento del pericolo di contagio da Coronavirus (sanificazione al termine di ciascun utilizzo, oltre alla disponibilità di gel per le mani e di set di salviettine ad azione igienizzanti).