Circular mobility: il futuro per SIFÀSe n'è parlato nel corso di un convegno a Reggio Emilia




Sifà (Società Italiana Flotte Aziendali) e BPER Banca hanno introdotto un tema inedito, legato al nuovo paradigma, tutto da esplorare, di 'Circular Mobility'. Nel corso dell'evento congiunto organizzato 'ad hoc' a Reggio Emilia (Sala degli Specchi - Teatro Valli), la società e l'istituto di credito, coadiuvati da Unindustria, si sono fatti accompagnare dai risultati della survey sulle Imprese condotta da Nomisma per la seconda edizione dell'Osservatorio sulla Mobilità Smart&Sostenibile. La ricerca, presentata in anteprima, ha interessato un campione composto da più di 200 realtà corporate in tutta Italia

All'incontro sulla cosiddetta 'mobilità circolare' hanno preso parte, come voci autorevoli della tavola rotonda in programma, imprenditori, esponenti del settore istituzionale e ricercatori, tra cui Stefano Sordelli (Future Mobility Manager di Volkswagen Group Italia) e Fabio Teti (Direttore Amministrazione, Finanza, Controllo e Sviluppo Commerciale di TPER).

Il parterre dei relatori ha potuto inoltre contare sui contributi, in qualità di 'padroni di casa', di Paolo Ghinolfi (Amministratore Delegato di Sifà), Fabrizio Togni (Direttore Generale di BPER Banca) e Filippo Di Gregorio (Direttore Generale di Unindustria Reggio Emilia).

Il confronto è valso a concentrare l'attenzione sull'impatto, a livello di mobilità urbana ed extra-cittadina, del ricorso a veicoli elettrici/ibridi, senza mancare di considerare, sul piano dello scenario, anche l'apporto derivante sia dalle nuove formule per la condivisione del mezzo di trasporto (car sharing) e sia dall'utilizzo di soluzioni telematiche, il tutto ai fini del contenimento delle emissioni inquinanti, e, quindi, sostenibile.

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Un argomento traslato sul fronte delle imprese nella survey di Nomisma, che ha evidenziato una presenza ancora limitata di veicoli elettrificati all'interno delle flotte aziendali, dove pure si registra un interesse generale nei confronti dell'ecosostenibilità. Appare superiore la quota di chi prenota questi mezzi per impegni di lavoro. Più che le motivazioni che inducono le realtà corporate a ricorrere ad alimentazioni alternative per i propri parchi circolanti, è forse più utile guardare alle possibili leve indicate dai 'non users'. Abbattimento dei costi di acquisto/noleggio a lungo termine (22 per cento); incentivi e detrazioni per la compravendita (18 per cento); prestazioni migliori (15 per cento) sono le voci che compaiono nei primi tre posti della classifica. 

"La sola attenzione agli effetti sull’ambiente non è però sufficiente a trasformare le flotte aziendali in flotte 'green' - ha sottolineato Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma -L’interesse verso veicoli ibridi o elettrici da utilizzare nei viaggi di lavoro o negli spostamenti nell’ambito dell’attività lavorativa rischia non trasformarsi in effettive dotazioni. Sono quindi necessari interventi congiunti e sinergici dei diversi attori della filiera della mobilità green – produttori, legislatori, società di servizi – per favorire il pieno sviluppo delle potenzialità del mercato". 

Nel riagganciarsi al concetto di circular economy, Paolo Ghinolfi ha rilevato come "la locuzione che abbiamo coniato per esprimere questo nuovo paradigma dovrà necessariamente affrontare diverse sfide e coinvolgere tutti gli attori interessati lungo la catena del valore automobilistico: case costruttrici, fornitori di materiali, noleggiatori, gestori di flotte, riciclatori, gestori di piattaforme dati. La filiera pertanto sarà il primo fattore imprescindibile su cui si dovrà lavorare per ottenere risultati di sostenibilità a medio-lungo termine.

Bisognerà sviluppare un ecosistema collaborativo in cui aziende leader del settore pubblico e privato e startup innovative lavorino fianco a fianco. Questo nuovo approccio porterà innanzitutto all’adozione di pratiche più responsabili e ridurrà in maniera importante l’impatto ambientale nel settore della mobilità".

Sifà

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