Mobilità e COVID-19, come evolvono le abitudini degli italianiDiffusi i risultati della quinta wave della ricerca tematica di Aretè




Mezzi elettrici e ibridi, in crescita, purché si parli solo di auto, in netta prevalenza di proprietà, con un ritorno al passato indotto dai timori collegati alla pandemia in corso. La società di consulenza Aretè ha diffuso i risultati di una nuova wave, la quinta, della sua survey 'Come cambiano le abitudini ai tempi del COVID', relativa alle scelte in materia di mobilità e al rapporto, sempre più virtuale e non fisico, con i dealer (qui l'indagine completa). 

Secondo le risposte raccolte a cavallo dei mesi di giugno-luglio, la paura di un possibile contagio sta spingendo 7 italiani su 10 (69 per cento) a spostarsi preferibilmente in auto. La motivazione risulta decisiva per un quinto di loro.

Tolto il 9 per cento del campione che, quando può, si muove prevalentemente a piedi, la quota restante, pari al 31 per cento, annovera i mezzi pubblici (7 per cento), biciclette e scooter con il 6 per cento ciascuno, monopattini e veicoli in condivisione (entrambi all'1 per cento).  

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Sempre attestata al 10 per cento la quota di coloro che si dichiarano pronti a testare i benefici legati alla formula del noleggio a lungo termine, che consente di mantenere fissi i costi di mobilità e di non restare ancorati necessariamente a lungo allo stesso modello.   

Rimangono 6 su 10 anche i nostri connazionali che sostengono i test drive a domicilio. Potrebbero rappresentare l'occasione giusta per promuovere veicoli con alimentazione non tradizionale, come le già citate auto elettriche e ibride, verso cui appare propensa una fetta maggiore del campione ascoltato, il 60 per cento, agganciato a ragioni di natura economica - 55 per cento -, e di inquinamento dell'aria - 43 per cento) e propenso all'acquisto, alla luce anche di un'offerta di mercato ogni giorno più ampia, alla quale si accompagna un calo dei prezzi di listino. Contenuta in un 9 per cento la quota degli acquirenti potenziali di soluzioni con motorizzazione diesel. 

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Mentre nei giorni buoi dell'emergenza in sanitaria in Italia i concessionari, al pari di altre attività commerciali, erano visti come luoghi da evitare e la trattativa era avviata via computer, ora 8 su 10 connazionali (dato in aumento) dichiarano di puntare su una visita fisica presso il dealer.

Contraltare di questa situazione è l'assefuazione forzata a piattaforme per l'audio-video conference e a quelle social, oltre alle App. Ancora la metà degli intervistati da Aretè ha risposto favorevolmente rispetto alla proposta di entrare in contatto con il venditore tramite WhatsApp e di ricevere informazioni in formato digitale. Gli strumenti microfono e telecamera, unita alla disponibilità del software su qualsiasi device fisso e mobile, permettono altresì di portarsi vicino al veicolo e di inquadrarlo, anche nei minimi dettagli. Se nel corso della settimana lavorativa le fasce temporali preferite dal campione rimangono il pomeriggio e dopo le ore 20 per il 50 per cento del campione, 4 su 10 dei totali aprono al sabato.

Leggi anche: i risultati dei precedenti tasselli della ricerca 

Riguardo alla centralità dell'auto ribadita anche dalla nuova wave a cura di Aretè, il suo fondatore e Presidente, Massimo Ghenzer, ha parlato di "messaggio che le istituzioni sembrano ignorare, o ancora peggio, non comprendere. Gli incentivi stanziati di recente sono un primo positivo passo verso le esigenze delle famiglie italiane e della filiera automotive, ma, anche guardando a quanto hanno previsto da altri Paesi europei, è ancora troppo poco. Con l'attuale copertura economica votata dal Governo gli incentivi sono destinati ad esaurirsi in tempi stretti e riguarderanno solo poche decine di migliaia di automobili. Una goccia destinata a perdersi nel mare dei 38 milioni di veicoli del nostro vetusto parco auto.".